SOIA

SEMINA

Scelta varietale

Esperienze realizzate in Emilia-Romagna indicano che le migliori varietà appartengono al gruppo di maturazione 1 e 1+.
Sinteticamente la scelta della classe di maturazione da impiegare deve seguire i criteri seguenti:

  • 1 a epoca di semina (aprile-maggio) : Gruppo di maturazione 1 e 1+;
  • 2a epoca di semina (giugno-inizio luglio) : Gruppo di maturazione 0+ e 1.

Non è invece consigliabile l'utilizzo di cultivar tardive, appartenenti, al gruppo di maturazione 2 e oltre. Queste varietà oltre a non consentire di raggiungere generalmente, le produzioni più elevate presentano problemi durante la raccolta quali l'eccessiva massa vegetativa, la presenza di piante molto alte che tendono quindi ad allettare, una umidità del seme troppo elevata a causa del ciclo vegetativo che procrastina la raccolta in periodi nei quali per giunta peggiorano le caratteristiche dei terreni della nostra regione.



In tab. 2 sono elencate le varietà di soia che, sulla base dei risultati delle prove sperimentali, ha fornito mediamente una più sicura e costante produttività nei vari ambienti di coltivazione dell'Emilia-Romagna.
Le varietà della lista
A sono quelle che hanno fornito buoni risultati in tutti gli ambienti e sono in prova da più di tre anni, mentre quelle di lista E sono in sperimentazione da solo due anni.


È possibile utilizzare seme aziendale per la semina
accertandosi che il seme riprodotto sia caratterizzato da ottima germinabilità ed elevata energia germinativa e soprattutto che presenti un buono stato fitosanitario. Al tal proposito va ricordato, che la qualità del seme è influenzata dall'ambiente di produzione, ma soprattutto dalle condizioni in cui lo si raccoglie e lo si conserva. Alta umidità per periodi prolungati su seme già pronto per essere raccolto provocano un abbassamento della germinabilità e dell'energia germinativa; analogamente, se il seme è raccolto troppo asciutto si verificano delle lesioni di origine meccanica che finiscono per provocare gli stessi effetti. Per realizzare una buona conservazione del seme occorrono ambienti asciutti e temperature non superiori ai 20° C.
È comunque consigliabile non ricorrere al reimpiego del seme aziendale per più di una volta.
Inoculazione e concia

Nei terreni mai coltivati a soia e senza l'inoculazione del seme non si manifesta la simbiosi col batterio specifico
(Bradirizobium japonicum) e la conseguente comparsa dei noduli nelle radici.


L'inoculazione avviene invece naturalmente se la leguminosa ritorna, entro un lasso di tempo di 3/4 anni, su un terreno in precedenza già coltivato a soia. In relazione al basso costo dell'operazione d'inoculazione e al fine di evitare eventuali problemi nutrizionali legati a una debole attività batterica può essere utile, in ogni caso, procedere a tale operazione.
La concia del seme è in linea generale una pratica sempre da consigliare perché consente di devitalizzare eventuali patogeni presenti sul seme e perché protegge le piantine nei primi stadi di sviluppo. Può comportare però rischi di tossicità per il rizobio, riducibili se s'impiegano i prodotti inoculanti granulari che non vanno a diretto contatto con il seme, e/o scegliendo opportunamente i prodotti concianti (tab. 12).


Epoca e modalità

Per l'epoca di semina riveste particolare importanza la
temperatura del suolo che deve essere superiore ai 12°C, e quindi, in linea generale, la semina va effettuata in un'epoca più tardiva rispetto a quella del mais.


Varie indagini sperimentali hanno evidenziato che le rese produttive di questa specie sono poco influenzate dalla data di semina, comunque la prima metà del mese di maggio è, nella maggioranza dei casi, il periodo ideale per la semina, sia per le temperature ottimali che per le condizioni favorevoli di umidità del terreno. Volendo anticipare si consiglia di iniziare non prima del 20 aprile in condizioni pedoclimatiche prevedibilmente siccitose, e verso il 30 aprile ove le condizioni idriche si presumono più favorevoli.


Se le condizioni pedologiche sono buone la soia non ha particolari difficoltà nell'emergenza che è spesso veloce e regolare.
Occorre evitare però la polverizzazione del terreno onde ridurre il rischio di formazione di croste superficiali.

Per ottenere i migliori risultati si consiglia l'impiego di seminatrici di precisione. La semina con seminatrici da frumento è sempre da evitare per l'imperfetta distribuzione del seme sulla fila e per i danni che queste arrecano al seme con conseguente diminuzione della germinabilità. La profondità di semina deve essere sempre molto regolare e può variare dai 3 ai 5 cm in relazione al tipo di terreno ed al suo stato di umidità.


Distanza fra le file e densità

Sono consigliate interfile variabili da
45 a 50 cm.

In casi particolari si possono ritenere idonee distanze più ampie (
cm 75) che permettono un più agevole controllo meccanico delle infestanti e creano ottime condizioni fitosanitarie ma che inducono per contro un eccessivo sviluppo delle ramificazioni laterali che possono portare a maturazioni disomogenee e perdite produttive, anche rilevanti, per la rottura dei rami laterali lungo l'interfila.


Si sconsigliano invece distanze fra le file più ridotte (intorno ai
20-25 cm) che semplificherebbero le problematiche legate al diserbo, ma aggraverebbero i problemi fitosanitari. La densità di semina, considerata una emergenza media pari all'80%, è riportata in tab. 3.


La soia presenta una forte capacità di compensare le fallanze con lo sviluppo delle ramificazioni laterali.

Una semina rada favorisce lo sviluppo di rami laterali, al contrario seminando fitto si ottiene una produzione più ridotta con baccelli portati totalmente sul fusto principale.
Anche se la soia possiede questa capacità tampone, è opportuno cercare di ottenere sempre l'investimento ottimale tenendo eventualmente presente altri parametri importanti che interagiscono con la densità di impianto come l'epoca di semina e il tipo di varietà coltivata.


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